MAAT

Maat è un’opera che utilizza magistralmente il testo e le immagini per generare (pagina dopo pagina) armonia, ritmo e narrazione. Raramente è possibile trovare in un'unica storia, una così perfetta fusione di elementi diversi: la ricerca storica che fa da sostrato alla vicenda narrativa; il magico, l’esoterico; il senso dell’avventura; la suspense (che è propria dei migliori thriller) e l’accurato tratteggio dei personaggi.

Le illustrazioni d’incomparabile bellezza e i dialoghi di estrema finezza (lontani dalle sgrammaticature di numerosi sceneggiatori italiani e stranieri) quasi per magia, permettono al lettore di conoscere Cleo e Julien, i due protagonisti, portatori di grandi valori morali. Il coraggio dei due giovani permette loro di scoprire doti che nemmeno sospettavano di avere e di superare molte avversità. Il percorso dei due ragazzini, il loro viaggio, è la metafora di un ulteriore viaggio, quello iniziatico dell’essere umano nei meandri perigliosi della conoscenza, nel quale proprio la ricerca della verità non può non avere un ruolo fondamentale.

La pietas che pervade l’intero racconto esplicitata dall’attenzione religiosa di Cleo e Julien nei confronti del divino, dal ricordo della loro madre defunta, dalle attenzioni verso il vecchio padre, ma anche dai sentimenti di fedeltà e di amicizia del giovane nubiano o della volpe del deserto nei confronti dei due giovani, richiamano alla mente i migliori personaggi della letteratura virgiliana.

La minuzia con la quale sono descritti i luoghi e il senso dell’avventura ci ricordano i romanzi salgariani o le migliori opere di Dumas padre, mentre la tensione narrativa e l’eccellenza dei disegni impediscono al lettore di staccare l’occhio dalla pagina quasi si stessero sfogliando le pagine di un giallo di Agatha Christie.

La magia di Maat è quella di porre il lettore in una sorta di libro universale nel quale è racchiusa la buona letteratura dei secoli passati e nel quale è possibile, durante la piacevole lettura, trovarsi immerso tra pagine di storia, di geografia, di antiche religioni, di archeologia. È in questo modo che nel nostro cuore entrano piccole scintille che fortificano il nostro animo: coloro che costruiscono grandi imperi non hanno alcun rispetto per le popolazioni sulle quali è esteso il loro dominio. Questo volume ci insegna, senza avere intenti didattici, che non esistono invasori buoni: Napoleone, Nelson e chi prende il potere con la forza o con l’inganno poco hanno da condividere con il popolo che li osanna come liberatori. Come succede a ogni latitudine e in ogni tempo per tutti i tiranni e i dittatori.

Libro universale abbiamo detto. La Francia, l’Egitto della fine del Settecento non potrebbero essere rappresentati così magistralmente e non si potrebbero respirare meglio le atmosfere dei luoghi rappresentati. In ogni pagina si ha quasi la sensazione di sentire il calore africano della piana di Giza e l’odore del mare in burrasca, mentre i gabbiani sembrano quasi, durante il loro volo, uscire dalla pagina per volteggiare nello spazio del lettore, che non è altro che quello del racconto.

Maat è un grande fumetto ma non solo: Maat è un’opera di grande letteratura.